2020 EL GERMESAS TAINDÔVAL by Alessio Zemoz EL GERMESAS TAINDÔVAL è un progetto di Alessio Zemoz che attraversa alcuni decenni di storia personale e di storia collettiva legata ai territori alpini della Valle d’Aosta come contesto politico significativo, ricco di episodi rilevanti e di spunti di riflessione che necessariamente vanno posti in relazione con i grandi temi della Storia moderna e contemporanea. “liberté à tout prix” A. Celestine D. e una vita senza immagini. Breve storia di una genealogia debole. Celestine è orfana di memoria visiva: non ha ereditato fotografie di famiglia. Eredita identità di giovane donna europea, montanara per tradizione e spirito libero per vocazione. Lunga vita all’intramontismo ! 1989 > Cade il muro di Berlino e a pagina 220 de “Le Messager Valdôtain” del 1989 si da notizia della conclusione della protesta messa in atto dalla comunità degli abitanti di Valsavarenche contro l’Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso. Questo momento segna la fine del mutismo elettorale che in questo piccolo comune montano durò per tre anni durante i quali i cittadini si negarono il diritto al voto. EL GERMESAS TAINDOVAL I tarocchi di famiglia e la repubblica valdostana. A pagina 220 del Messager Valdotain del 1989, noto almanacco illustrato (tutt’ora esistente) che raccoglie annualmente informazioni, approfondimenti ed episodi legati al territorio della valle d’Aosta, nella sezione dedicata al resoconto dei fatti avvenuti nel perimetro del comune di Valsavarenche, si da conto della seguente notizia: 26 giugno 1988 Dopo quattro anni di astensione dalle elezioni comunali, per protesta contro l’Ente Parco nazionale del Gran Paradiso, il paese ha di nuovo un’amministrazione municipale. La popolazione si è divisa ed è stata presentata una sola lista, ispirata dall’ex consigliere regionale Guido Chabod. Ottantotto elettori hanno votato e la lista al completo dovrà amministrare un paese diviso. Il nuovo Sindaco è Adriano Chabod, già commissario nominato dall’amministrazione regionale durante il periodo di protesta. Dal 1985 al 1988, a Valsavarenche, la comunità si batte contro le leggi dello stato. Per tre anni i cittadini non hanno esercitato il diritto al voto, trincerandosi dietro ad un’inedita forma di mutismo elettorale. Evidentemente, in questo piccolo angolo di mondo, quelli erano anni caldi: si sono compiute manifestazioni, conflitti, persino attentati al grido “liberté à tout prix”, pronti ad usare ogni forma di lotta, in un contesto anche internazionale che ruota attorno alla data epocale del per tutto il mondo: il 1989. All’epoca, nelle montagne della Valsavarenche, le ragioni della contestazione parevano evidenti: la titolarità amministrativa del Comune venne progressivamente inibita inasprendo i già gravi problemi della montagna, manifesti in termini di ritardo dello sviluppo economico e di declino demografico. Il periodo di maggiore difficoltà sembra essere attorno al 1975: da lì in avanti sarebbero apparsi slogan di rivendicazione quali: “se abbasseranno le palline fischieranno le pallottole” “i confini non si toccano se no salteranno i tralicci” o ancora “la loè fascista pense i bihe, la loè democratique dèi pènsé i s-ommo” “à Tereun è Roma sayan t-e po que lo parc l’è de notra proprieto?” D’altra parte Valsavarenche non è un comune nuovo a questo tipo di resistenze. Un episodio su tutti: nel 1944, otto mesi prima della Liberazione, furono indette regolari elezioni promosse da Federico Chabod, nato a Valsavarenche, ai sensi delle leggi vigenti prima della dittatura fascista. In quel frangente venne eletto Valentino Dayné, avo di Alexine Celestine Dayné, discendente del ramo degli Alessi, che comunemente si fa risalire all’arrivo dalla Spagna di Joseph, apparso nella prima metà del 700: si rifugia qui da ricercato e prima di lui si perdono le tracce della genealogia. Le radici, evidentemente archetipiche, di Alexine in particolare e di noi montanari più in generale, sono a loro modo protagoniste di questa storia e di questo lavoro che prende il nome di EL GERMESAS TAINDOVAL, anagramma, appunto, di LE MESSAGER VALDOTAIN. Tutto è trasfigurato in questo fotolibro, che poi un libro non è: è un mazzo di Tarocchi. Dai Tarocchi di Marsiglia ai Tarocchi di Famiglia. Per una serie di ragioni biografiche Alexine si è trovata a vivere una vita senza immagini: una breve storia di una genealogia debole, potremmo dire. Alexine è orfana di memoria visiva: non ha ereditato alcuna fotografia di famiglia. Ha però ereditato l’identità di giovane donna europea, montanara per tradizione e spirito libero per vocazione. Pertanto, per raccordare l’esperienza storica individuale con quella collettiva e riportare l’attenzione sui territori di particolare interesse e sulle sue narrazioni, abbiamo deciso di attivare un censimento delle immagini all’interno di alcune famiglie del luogo, alla ricerca di una nuova forma di senso. Ciò che è nato da questa esperienza ha preso la forma ed i contenuti ce sono ora pubblicati dall’editore progettoSKIA: un mazzo di Tarocchi pronti all’uso. L’esperienza del fotografico, della memoria e del significato sono trasfigurati: le fotografie subiscono un processo di elaborazione analogica (con la tecnica del recupero del negativo polaroid) e digitale e ritornano al loro referente archetipico che qui fa riferimento ai 22 arcani maggiori della tradizione tarologica marsigliese. L’idea stessa di fotografia, di libro, di progetto, di senso delle immagini è qui messa in discussione: ne sono esplorati i confini e probabilmente superati nella realizzazione di un’opera che si prende tutte le libertà possibili. Liberté à tout prix, appunto. Le carte si possono a tutti gli effetti utilizzare per eseguire le letture secondo tradizione e i più avvezzi riconosceranno nelle immagini le somiglianze con gli arcani maggiori: un aspetto che colpisce in maniera particolare se osservato d quest’angolatura. Insomma, una maniera peculiare per rileggere il nostro più prossimo presente, per rivedere o addirittura ripensare alla nostra identità di europei e montanari. Più precisamente si tratta di riascoltare: il prodotto è accompagnato dall’audio lettura integrale del Messager Valdotain del 1989 a cura della stessa Dayné. Un’occasione unica per ri-conoscere chi siamo.